1982, 1986: due ferite difficili da rimarginare per les Bleus

La cosa principale è spaventare l’attaccante avversario, intimidirlo. Lui deve pensare che sono un drago volante, agile come un diavolo ed i sedici metri dell’area di rigore mi appartengono. La porta è un tempio sacro che devo proteggere ad ogni costo”. Detta così, si potrebbe anche essere d’accordo. Ma quando sai che la riflessione sul suo ruolo è di Harald Schumacher e non di Manuel Neuer, il numero 1 che funziona da vecchio libero uscendo anche molti metri in avanti, qualche dubbio ti viene. Perché è inevitabile ricordare il terribile impatto tra il portiere della Germania e il difensore della Francia Patrick Battiston nella drammatica semifinale del Mondiale 1982. Una gara crudele, feroce, bellissima, un 3-3 ai tempi supplementari con l’appendice ai rigori che condanna i Blues, fino a quel momento mai arrivati così vicini alla conquista del titolo. C’è tutto in quella gara. Compresa la tragedia sfiorata, quando attorno allo scoccare dell’ora di gioco, sul risultato di 1-1, Platini vede l’avanzata di Battiston lungo un corridoio che è un invito a nozze. Anzi, per dirla meglio, secondo le parole del giocatore che s’invola verso la porta in totale solitudine: “Mi sembrava di trovarmi ai Champs Elysées alle cinque di mattina di un giorno di agosto”. Al fondo della strada, però, c’è uno spietato  guardiano. Che gli frana addosso con una tale violenza da rompergli due denti, causargli due costole incriniate, giorni di coma e una grande paura. L’arbitro non fa una piega: non lo considera né un fallo meritevole di assegnazione di un rigore, né tantomeno di un cartellino di qualche rigore. Lo stesso telecronista francese osserva con più attenzione dove va a terminare la palla (fuori di poco), solo dopo capisce perfettamente la portata dell’impatto.

Sono secondi interminabili quelli successivi. Schumacher indigna la Francia perché sembra aver fretta di riprendere il gioco. Molti anni dopo, dirà che si sentiva “il nemico numero 1” di tutti e che quei gesti con il pallone tra le mani non erano altro che nervosismo. Ma la battuta sprezzante negli spogliatoi non gli farà onore: “Battiston ha perso due denti? Bene, vorrà dire che gli regalerò una dentiera d’oro”.

I due si incontreranno qualche giorno dopo. E alla domanda del portiere “Come va? لعبة روليت مجاني ”, Battiston sorriderà tra l’amaro e l’ironico: “Male”. In un reportage di 25 anni dopo,  a commuoversi non è il difensore, ma il portiere, vittima di insistite minacce di morte a lui e ai suoi familiari (in un sondaggio, i francesi lo avevano indicato come il tedesco più odiato di tutti i tempi, retrocedendo Adolf Hitler al secondo posto).

La storia ha un epilogo 4 anni dopo, al Mondiale in Messico. مواقع المراهنات العالمية Stessa situazione, semifinale Francia-Germania. All’ultimo minuto, con i tedeschi avanti di un gol, Voeller parte in contropiede e fa un sombrero a Bats. Il portiere viene scavalcato, senza che capiti nulla, se non la rete del 2-0 a porta vuota. Di fronte, osserva il tutto Schumacher. Felice, è la seconda volta che vince lui. 365 bet

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