Quando vede Chievo è sempre gol

Immaginate il dialogo negli spogliatoi. Prima o dopo l’apparizione delle telecamere di Sky. Thereau che chiede a Di Natale se per piacere il suo genio può inventare qualche bell’assist perché lui ha una gran voglia di segnare. E’ la regola dell’ex, magari non sei neanche incazzato con la tua squadra di un tempo, non ne hai motivo, però ci tieni comunque a farti rimpiangere, oppure vuoi misurare il tuo autocontrollo, verificare se al boato per il tuo gol riesci a reprimere la felicità che ti scoppia dentro e ti tieni perché ormai si fa così, guai esultare davanti ai tuoi compagni di un tempo, fai la parte del traditore. E Totò se lo guarda, il francese tatuato, e gli dice un sincero e netto: “Ma come, non ti ricordi? Non lo sai che io per il Chievo sono la tassa annuale? Il pedaggio per l’ingresso in Friuli? Il tributo impossibile da evadere? Perciò in rete ci vado io. Perché l’ho fatto nel 2011 con un tiro a giro dalla sinistra che ha fatto alzare in piedi tutto lo stadio. E abbiamo vinto 2-0. L’anno dopo mi sono ripetuto, stavolta con uno strano colpo di testa, correndo all’indietro che non è proprio facilissimo. E abbiamo vinto 2-1. Nel 2013 pum-pum, uno-due in 5 minuti, Puggioni mi ha regalato il primo ma il secondo è stato proprio bello, una gran botta al volo, mi sentivo bene, anzi benissimo, e poi ci avevo preso gusto, vedo il Chievo e mi esalto, che vuoi farci, se uno si trova bene non si mette a cambiare, no? E abbiamo vinto 3-1. Infine, l’anno scorso, l’invito di Basta era come andare a nozze, e poi è stato uno spettacolo, colpi di tacco in area di rigore e numeri assortiti. E abbiamo vinto 3-0, anche se eravamo andati all’intervallo ancora in parità. E quindi, secondo te, io faccio segnare te impedendomi la quinta volta consecutiva adesso che c’è il Chievo? Ma per chi mi hai scambiato, per Paloschi?”     

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