1999-2000: l’ultima volta che Verona e Udinese pareggiano 2-2 al Bentegodi. A parti però invertite: scattano i bianconeri,  rimontano i gialloblu.

 14 anni fa, più o meno. Era il 15 aprile e si affrontano Verona-Udinese. Clima caldo, tifosi che non si amano, cori razzisti contro Gargo, reo di essere nero. I friulani vanno avanti di due reti. Le realizza Stefano Fiore, all’epoca militante anche in Nazionale (sarà brillante anche nell’Europeo che si giocherà poco dopo). Due reti, le sue, davvero belle. La prima con una conclusione da fuori al primo minuto del secondo tempo. La seconda è ancor più raffinata: si presenta in area, evita con una sterzata rapida l’accorrente Apolloni e infila senza problemi il portiere Frey. La porta è la stessa dove sabato 10 maggio Di Natale si è inventato l’ennesimo gioiello della sua carriera e Badu all’ultimo minuto è andato a “vendicare” Gargo (casomai ci fosse ancora qualche imbecille che si mette a fischiare chi non è bianco).

All’epoca il Verona trovò la forza di rimontare e andò lei a pareggiare con un uno-due firmato Apolloni e Cammarata, per la soddisfazione di Cesare Prandelli che salutò “la splendida reazione di una squadra vitalissima”. Oggi, invece, i veneti si sono perduti l’ultimo treno per il Paese di Utopia chiamato Europa League e non basteranno a Toni 20 gol per convincere il Ct a convocarlo per il Mondiale brasiliano.

Quanto a Fiore, fate solo in modo che al sentirlo nominare abbiate pensato a lui. Perché si sa che d’istinto, per quelli di una certa generazione, è un attimo iniziare a cantare che per fare un tavolo ci vuole un fiore e per fare tutto ci vuole un fiore e via così, con voce sempre più accorata…

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