Successo netto contro la Dinamo Kiev: la Fiorentina è in semifinale di Europa League

Il bello delle gare a eliminazione diretta, a maggior ragione se sono giocate in tempi molto ravvicinati, nel giro di una settimana, è che la lezione appresa nella sfida d’andata non viene assolutamente dimenticata e ripassata a dovere, genera importanti conseguenze. Ne è prova l’ottima condotta di gara della Fiorentina, che a Kiev aveva perfettamente capito come quell’1-1, peraltro raggiunto solo in extremis, fosse un risultato assolutamente bugiardo. Non solo per le tante, troppe occasioni gettate al vento, con il paradosso di avere trasformato quella più difficile con Babacar. La differenza sostanziale era tecnica – il centrocampo viola costruisce almeno quattro volte il volume del gioco degli ucraini – e anche di condizione fisica: ogni scatto dei giocatori di Montella ha una velocità non contenibile dai lenti e impacciati avversari.

Il primo tempo del Franchi è stato un monumento allo spreco. Sette occasioni limpide hanno prodotto una sola rete, peraltro rocambolesca, con Gomez che aggancia male l’ennesimo invito di uno Joaquin scatenato e la palla che prende in controtempo un Shovkovskiy ormai lanciato verso l’altro angolo. Il resto è un festival di opportunità con un dato rilevante, che descrive una gara a senso unico e che vede inoltre la partecipazione di tutti al tiro: Alonso colpisce la traversa. Tomovic si presenta solo in area e non trova il secondo palo. Gonzalo Rodriguez viene anticipato da un maldestro colpo di testa di Gomez. Occhio ai troppi elogi per l’1-0: sulla bilancia pesano di più gli errori e soprattutto la loro grossolanità. Sul piano dell’impegno invece, è perfettamente teutonico: un esempio di generosità.

Certo, l’espulsione di Lens ha inciso e prendere un secondo giallo per simulazione è quantomeno ingenuo, anche se forse la sanzione è eccessiva. Ma il vero fotogramma che spiega perfettamente l’inferiorità della Dinamo Kiev è il primo cartellino rimediato: al tredicesimo minuto, Lens va a scalciare Mati Fernandez. Splendida partita la sua per intensità, continuità d’azione e capacità di farsi trovare sempre libero tra le linee. Pizarro è il metronomo, ma Mati non è da meno per incidenza sulla manovra. E quel fallo “inutile”, anche per la zona di campo nella quale viene commesso, è indicativo del fatto che la frustrazione della Dinamo era già elevatissima, nonostante fossero trascorse poche fasi di gioco, già però abbondantemente indicative della differenza di valori.

Un solo dubbio, nella prestazione viola. Ogni tanto, la difesa nelle fasi conclusive dell’incontro ha presunto troppo dal suo interventismo. Yarmolenko ha solo fatto il solletico, anche perché isolato rispetto a compagni che non hanno la stessa personalità. Ma per gli appuntamenti successivi, tanto in coppa che in campionato, sono imperfezioni che vanno aggiustate per non pagare prezzi che a questo punto sarebbero troppo cari.

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