Nessuna italiana in finale di Europa League: scontata l’eliminazione della Fiorentina, deludono a Kiev i partenopei

La Juventus è la sola italiana a raggiungere una finale in Europa. E anche la più importante. È questo il verdetto della tre giorni di coppa, che dopo il trionfo dei bianconeri al Bernabeu di mercoledì, ha visto scendere in campo Fiorentina al Franchi e Napoli a Kiev per le semifinale di ritorno dell’Europa League. Se per i viola l’impresa era al limite del possibile, (anche se forse nessuno si aspettava una debacle interna per 2 a 0 contro il Siviglia), il Napoli sembrava poter rimediare al pareggio casalingo dell’andata nato al termine di una gara beffa con i partenopei sciuponi e gli ucraini del Dnipro che raggiungono l’1 a 1 con un gol in netto fuorigioco.

A Kiev sotto una pioggia battente e su un campo non perfetto (soprattutto nei minuti finali) la squadra di Benitez inizia la gara all’attacco, ma ancora una volta Higuain, come all’andata,  ingaggia un duello personale con il portiere Boyko. Perdendolo. Al sesto da posizione ottima spara addosso al portiere avversario. Altro faccia a faccia tra i due al ventottesimo e ancora una volta il portiere ucraino riesce a deviare in angolo un colpo di testa dell’argentino. Finisce praticamente qui la gara del Pipita. Nella ripresa si batterà fra gli schizzi d’acqua e le gambe degli ucraini senza mai riuscire a colpire o rendersi pericoloso.

Tradito dal suo giocatore con maggiore caratura internazionale, il Napoli affonda nelle pozzanghere dell’Olympic Stadium di Kiev. Una mano a sprofondare definitivamente gliela dà il solito Seleznyov, già goleador dell’andata. Il suo colpo di testa in mischia durante un corpo a corpo al limite della regolarità con Britos (poteva essere fischiato fallo all’ucraino ma forse anche la trattenuta del napoletano) è comunque un gesto tecnico di straordinaria abilità. Manca ancora mezz’ora alla fine della gara e con i cinque minuti di recupero sono ben trentacinque i minuti che i partenopei hanno a disposizione per rimediare. Ma riescono a creare solo tante mischie rischiando anche seriamente di subire il gol del raddoppio. Nell’arco dei 180 minuti il Napoli avrebbe meritato (al netto degli errori arbitrali) di accedere alla finale di Varsavia, anche se il Dnipro si è rivelata una squadra tosta e pur senza grandi individualità, estremamente organizzata e tatticamente ordinata.

Ora per la Champions il Napoli dovrà vedersela in Italia lottando contro le due romane. A inizio stagione le aspettative erano decisamente altre.

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