Arriva il commiato da Cagliari per il boemo. Questa volta è colpa della stampa (e anche un po’ sua)…

Zdenek Zeman e i luoghi comuni. Zeman e il calcio unico al mondo. Zeman e i giocatori che si trasformano. Zeman maestro. Zeman paladino della giustizia. Zeman uomo della verità. Zeman profeta del tridente perfetto. Insomma: Zeman e la grande stampa, che l’ha costruito e adesso distrutto. Perché magari non sarà l’ultima panchina italiana in carriera, ma questo esonero da Cagliari, venuto così, è l’ultima dimostrazione delle aberrazioni estreme (sportivamente parlando) che le semplificazioni giornalistiche possono generare.

D’altronde, perché esonerare Zeman? Perché ha 4 punti in meno di Inter, Sassuolo e Palermo a tratti osannate (più per i singoli che per altri, ma vedi un po’ tu le semplificazioni giornalistiche…)? Perché ha perso contro la Juventus? Perché ha osato non proporre il modulo per cui è venuto al mondo? Per una volta Zeman ha fatto quel che doveva fare, ovvero cercare di far saltare il banco sparigliando, facendo anche per una volta di necessità virtù avendo anche parecchi indisponibili là in attacco, dove il Cagliari avrebbe sulla carta potuto fare la sua differenza. Zeman ha scelto così ed è stato fucilato, soprattutto dal fuoco amico, quello che non sa nemmeno come funzioni il mestiere di allenatore.

A voltare le spalle al boemo è stata la società, fresca di proprietà e quindi troppo dietro a ciò che si dice e si legge in giro. Non lo spogliatoio, non i senatori, non i tifosi. Detto che Zeman ha ampiamente contribuito con i suoi atteggiamenti a creare un mito che quando cade fa rumore (perché senza piedistallo costruito con risultati piuttosto costanti nel tempo e senza aggiornarsi al calcio che andava cambiando), l’effetto sorpresa è diventato un boomerang. Non come quella volta che in Coppa Italia da allenatore della Roma affrontò la Fiorentina (battendola) giocando con la difesa a tre: lì era già alla frutta, con i giocatori che andavano in autonomia, il peggio del peggio per un allenatore integralista come lui. A Cagliari è stato diverso, ecco perché è come le altre volte ma sfumature che è peggio. Molto peggio…

 

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