Tante le coincidenze tra oggi e 64 anni fa: Del Bosque si ispiri a un episodio lontano e vicino… 

La situazione non era così drammatica. Anzi, era esattamente il contrario di oggi: Spagna vincente alla prima giornata, con bel 3-1 sugli Stati Uniti. E Cile in netta difficolta al debutto, vittima della suggestione di affrontare gli inglesi maestri di calcio (tutt’altra epoca…) e perciò sconfitti 2-0. Ma luogo e calendario sono gli stessi: il Brasile, Rio de Janeiro e il secondo turno del girone.

Gli iberici confermarono il buon avvio con un comodo 2-0. Alla mezzora la partita era già decisa dagli stessi marcatori della gara d’esordio: Basora e Zarra. La seconda rete, quella della sicurezza, è un saggio di contropiede individuale perfetto, qualcosa che l’agonizzante tiki taka non prevede, a meno di affidarsi a Fernando Torres sperando che si comporti come nell’ultimo Liverpool-Chelsea.

Il resto dei meriti per quella preziosa vittoria se li prende Antoni Ramallets, portiere un po’ più in forma dell’attuale Casillas e militante nel Barcellona (giusto un po’ per alimentare ricordi polemici).

Quella Spagna non solo si qualificò come prima nel girone, una meta che oggi sembra un’assoluta utopia. Riuscì pure a raggiungere il quarto posto, che nel 2014 sarebbe un modo più che onorevole per chiudere in maniera indolore un ciclo straordinario, avviatosi 6 anni fa. Un piazzamento al Mondiale che rappresenta il massimo raggiunto fino al Sudafrica, quando si è laureata campione. Perciò, è bene che Vicente Del Bosque si rifaccia a quello spirito, affidandosi allo stimolo dei ricordi del 1950: certe cose rimangono nell’aria, magari la Spagna si risolleva…

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