La storia si ripete e stavolta in modo praticamente identico. Marassi 2014 come nel 1995. A pagare il prezzo è la Roma

Le differenze sono tante, com’è ovvio quando si accostano partite e giocatori con 20 anni di differenza. Nella scala degli affetti della gente della Nord Marchioro, allora mister del Genoa, non è Gasperini. Carletto Mazzone, romano de Roma, non avrebbe mai rimesso la chiesa al centro del villaggio come ha saputo fare Rudi Garcia: lui era il villaggio, con i suoi modi di dire straordinari (quel giorno fu netto: “Non sempre vincono i migliori”). E Fetfatzidis, il greco scattante, non ha proprio nulla della personalità del ceco Skhuravy. Però, il gol che ha deciso Genoa-Roma oggi come ieri è straordinariamente simile. Stessa porta, stessa situazione a tu per tu (a fare la parte di Cervone stavolta c’è Skopurski), stesso tocco sotto preciso e letale, stesso risultato finale, un 1-0 a favore dei padroni di casa. A unire il tutto, la presenza in panchina di Francesco Totti, entrato senza successo nel 1995 e nel 2014. Per la serie: meno male che si va in vacanza. Perché le analogie a questo punto si fanno inquietanti. Compreso il fatto che a fine campionato a festeggiare è la Juventus…

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