Il topolino scala la montagna: non è una favola, è il calcio ed è questo Parma che ha dell’incredibile. I protagonisti in Parma-Juve sono stati…
Parma batte Juventus 1-0, gol di pregevole fattura, partita insistita da parte dei ducali, Juve poco veloce, poco avvolgente e poco percussiva rispetto a quanto visto fin qui in campionato soprattutto negli ultimi due mesi. Ancora una volta il Dio Eupalla si esprime: di scontato in questo sport non c’è nulla e, soprattutto, spesso e volentieri vince il migliore. Che è un migliore relativo, ed è una bellezza. E’ come la vostra serie televisiva preferita di cui non potete fare a meno perché ogni volta il colpo di scena può essere dietro l’angolo. Prima o dopo quella puntata arriva e il controprotagonista può essere colui che non vi aspettate.
Quasi un giallo, questo testacoda che regala all’orgoglio degli emiliani altri tre punti che valgono sei anzi nove nello spirito. L’assassino si chiama José Mauri, è più giovane di Pogba, è in Italia da quando ha 13 anni e si sente italiano a tutti gli effetti. Soprattutto sa di essere bravo e sta cogliendo ogni occasione per dimostrarlo. E’ lui il “bello” di questo film che per quel che vale ha saputo sorprendere gli spettatori (e certo pure un Allegri in crisi di voce).
E’ stato un Parma a più facce, lasciamo stare la Juve. Gli scudocrociati hanno messo in campo tutte le contraddizioni di questo campionato per loro surreale. Fragilità, voglia, entusiasmo, paura, senso del branco. Anche goffaggine, se vogliamo. Il calcio italiano è questo da tempo immemore. E nella hit della goffaggine ha fatto la parte del “brutto” l’algerino Ghezzal, che ne ha indovinate poche, ne ha sciupate tante eppure non si è dato mai per vinto. Brutto e buono, come le caramelle che vanno tanto di moda nella Torino barocca. Al che non poteva non esserci il “cattivo”, l’ex che due volte viene chiamato in causa e due volte nega ai colori bianconeri il vantaggio: si chiama Mirante, fa il portiere e non fa i miracoli tant’è che la Juve l’ha dovuta comunque salutare a tempo debito. Un piede su Vidal, l’altro su Coman sono stati sufficienti.
Poi guardi la storia di questo campionato e vedi che sono loro gli unici tre superstiti tra i titolari del Parma che incassò il 7-0 dello Juventus Stadium un girone fa. E capisci che la storia nel calcio si scrive ma si può poi anche riscrivere. L’importante sono le motivazioni. Magari extra campo. Magari da non ripetersi. Pur sempre però un ottimo esempio per capire che i limiti sono spesso e volentieri più interiori che esteriori. Bravo Parma, adesso o la va o la spacca. Il futuro è in mano a entità superiori.