Bianconeri superiori ma biancocelesti non sminuiti
Troppo forte la Juventus o la Lazio troppo scarica, estenuata dalla lunga rincorsa con le sue 8 vittorie consecutive che le hanno consentito una rimonta difficilmente pensabile dalla sconfitta maturata in casa con il Genoa tanto tempo fa? E’ questa la domanda che pone il verdetto di sabato 18 aprile 2015, serata nella quale lo scudetto bianconero è ormai una certezza, resta solo da definire quale sarà la data esatta. Ed è un interrogativo corretto per quello che si è visto lungo i 90 minuti ma anche per le premesse del big-match, per la verità vissuto con un’attesa molto minore rispetto a quel Roma-Juventus che già certificò l’imprendibilità della squadra di Allegri.
Partiamo dalle considerazioni obbligatorie che si potevano fare prima del fischio d’inizio e che non perdono di senso nonostante il 2-0 sia un risultato secco e i 15 punti di distacco dicano che la differenza tra le due squadre è reale, ancor più profonda se si somma allo 0-3 patito da Pioli nell’incontro dell’andata all’Olimpico. Ebbene, proprio da quel ridimensionamento evidente in casa propria, seguito al proclama del tecnico laziale (“Capiremo le nostre ambizioni contro la Juventus”), la Lazio aveva inaugurato un campionato totalmente diverso. Nel quale, per intendersi, prima di ieri sera aveva collezionato gli stessi punti della capoclassifica. موقع لربح المال Un dato che regala persino una responsabilità a Candreva e compagni per la stagione futura: se si riesce così a lungo a tenere il passo con chi sta uccidendo il campionato, allora non è un azzardo pensare che con qualche rinforzo si possa anche dare l’assalto al cielo in un domani che verrà.
Il 2-0 non sminuisce la Lazio. Che certo ha un problema nel capire la Juve, visti i rovesci patiti negli ultimi anni, troppo eclatanti per non pensare che ci sia anche un po’ di soggezione. Sul piano della volontà, i biancocelesti sono stati sempre in partita, fino ad avere ancora un’opportunità con Felipe Anderson nei minuti di recupero per alleggerire l’amarezza della sconfitta. Certo, la scoperta di quanto pesino le assenze di De Vrij e Parolo non è una botta facile da assorbire. Ma c’è un’altra considerazione da fare nell’immediato: il rischio reale è di fidarsi troppo sulle prestazioni individuali e poco sui meccanismi di gioco non appena si incontrano delle difficoltà. قواعد لعب البوكر Andare al tiro con insistenza da fuori area è una soluzione per non affrontare la solidità della retroguardia bianconera nei 16 metri, ma pensare così di far gol è come andare all’assalto con le armi leggere. الربح من الانترنت مجانا Meglio una sfida diversa, magari più frustrante, ma certo più produttiva per approfondire le proprie qualità.
La Juventus è certamente superiore. Lo è nella corsa a tappe ma anche nella tranquillità della sua stagione di altissimo profilo. Non l’ha scalfita il passaggio a vuoto di Parma, né il pensiero per il ritorno dei quarti di finale di Champions League. Ha scelto di stare con la guardia alta, ha fatto sfogare la Lazio, l’ha colpita in maniera chirurgica, ha chiuso il suo capolavoro con una prova generale di solidità grazie alla quale può presentarsi a Monaco con certezze ulteriori. Lo si è visto benissimo dopo il 2-0, in chiusura di primo tempo: si è ritirata indietro, eppure la palla gol più importante l’ha costruita lei con cross di Padoin e inserimento di Evra. A confermare la quantità delle risorse che riesce ad attivare, probabilmente il maggior merito della gestione Allegri.