Il Cile ospita la Copa America edizione 2015 senza averla mai vinta: nella partita inaugurale ci sono i segnali della speranza per Vidal e compagni

La nuova grande corsa è iniziata: la manifestazione più longeva singolarmente dedicata al calcio per nazionali vive in Sudamerica, vegeta e si alimenta di rivalità e passioni che hanno anche scritto la storia. Tra queste storie c’è quella del Cile che appunto ospita la 44ma edizione dell’evento, settima dentro i propri confini nazionali, battezzandola con la classica partita inaugurale disputata contro l’Ecuador e vinta per 2-0 senza imperversare ma con la determinazione tipica di questa nazionale che nello scorso mondiale fu eliminata soltanto ai rigori dal Brasile e che ha acquisito tecnicamente un certo spessore.

Un risultato “inglese”, prodotto di uno sforzo vano per un tempo, quando l’ex Udinese Sanchez ha fatto tutto lui, dimostrando di essere il possibile uomo della differenza. Al centro delle attenzioni c’era ovviamente Arturo Vidal, arrivato al top della forma proprio nella parte finale della stagione con la maglia della Juventus: è lui a sbloccarla, altro buon segno visto che si tratta del trascinatore della squadra, procurandosi e trasformando il rigore dell’1-0 (raddoppio nel finale dell’ex Napoli Edu Vargas in contropiede e spavento per un traversa a botta sicura del possibile 1-1 da parte dell’Ecuador).

Quel che fa sperare e pensare è che il Cile non segnava un calcio di rigore in Coppa America dal 1991, manifestazione in cui non accede alla finale (mai vinta, quattro volte secondo) ormai dal 1987 nonostante dopo ci sia anche stata la generazione dei Salas e dei Zamorano. Allora perse beffardamente contro l’Uruguay per mano di un gol di Bengoechea che in Europa passò solo da Siviglia ed ex centrocampista che attualmente allena il Penarol di Montevideo. Adesso, invece, può succedere di tutto, da terza favorita alla pari di Colombia e della bestia nera Uruguay alle spalle delle solite Brasile e Argentina.

Cile 2-0 Ecuador, gruppo A [Highlights]

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