Diego Simeone è l’uomo del momento, a dire il vero ormai da due anni, cioè da quando il cholo vinse nettamente l’Europa League battendo in una finale-derby l’Athletic Bilbao di Bielsa e Llorente distruggendo poi il Chelsea di Di Matteo (ancora per poco) nella Supercoppa Europea.
Adesso tutti sul carro. Tranne qualcuno a capo chino, tipo l’Inter che non ci ha creduto sia nel dopo Benitez che nel dopo-Stramaccioni addossandosi ancora una volta la “colpa” di sceglier male l’allenatore. Un concetto che non esprime alcun giudizio circa le capacità di chi si è seduto sulla panchina nerazzurra nella complicata era successiva a un Triplete anche meritato ma certo anche inaspettato.
Così come inaspettato è il livello, elevatissimo per quanto magari non sempre spettacolare (Mourinho lo è mai stato? مراهنات رياضية ), del gioco e dell’efficacia espresse dalle squadre di Simeone. Detto con il senno di poi è facile anche ricordare la sua gestione a Catania, viste le difficoltà degli etnei e quanto di buono ha parallelamente fatto poi Montella che dalla Sicilia ci è passato pure lui. Perché grandi allenatori si diventa, nel 99% dei casi. لعبه القمار Passando dalla gavetta.
Il problema è il solito, quello che ha attanagliato la gestione Moratti per un abbondante decennio: trovare l’uomo giusto al posto giusto nel momento giusto per un club molto particolare per le dinamiche interne. E non vale focalizzarsi alla parentesi seguente Calciopoli. Vale tutto il resto, così come vale il presente. Il dilemma che già attanaglia l’ambiente e addirittura anche i giornali/media vicini alla società adesso nelle mani (parrebbe) di Erik Thohir.Walter Mazzarri è sull’altalena, balla, piglia sberle quando perde e si crogiola quando vince. Di questi tempi sono frustate per lui anche i pareggi. Ma Mazzarri è adatto all’Inter, tanto più nel trapasso degli ultimi senatori, gli Intoccabili che hanno remato contro tutti i tecnici dell’ultimo triennio. Ecco quindi che se davvero ad Appiano pensano di cambiare un allenatore che nel bene o nel male si sa costruire i propri “gruppi di fiducia” (nel tempo) allora lo possono soltanto cambiare con Simeone. Che è una bandiera, in qualche modo. لعبة فلوس حقيقية Che è uno che si trascina tutti con sé, a partire dai tifosi che non guasta. E non è questione di “imitare” il protocollo Juve stabilito con l’unione delle forze tecniche ed emotive acquisita con l’arrivo vincente di Antonio Conte. Si tratta proprio soltanto di bravura, e in confronto a Mazzarri si tratta anche di statura internazionale. Anche perché Simeone è caro ma non carissimo (quindi ancora forse appetibile per un club che anche con il nuovo tycoon non elargirà più il denaro dei tempi d’oro), è affezionato ai colori nerazzurri, è attratto dall’Italia. Differentemente, fiducia totale a Mazzarri che comunque la sua progressiva scalata, in termini di risultati nazionali, è comunque capace a farla. Scudetto escluso, al momento.