Sette precedenti, due finali, un incrocio nella fase a gironi e uno in semifinale, tutti concentrati nell’arco di cinque stagioni a cavallo della metà degli anni ’90: ecco i precedenti Juve-Borussia, che si incontreranno il 24 febbraio allo Stadium e il 18 marzo al Signal Iduna Park per gli ottavi di finale di Champions League. Il bilancio, è presto detto, è di parecchio favorevole ai bianconeri, con 4 vittorie all’attivo, due sconfitte e un solo pareggio, nella semifinale di andata di Coppa UEFA: 2-2 il 4 aprile 1995.
La breve, ma intensa rivalità tra i due club nasce con un evento importante, la finale di Coppa UEFA 1992-93, dominata dai bianconeri per una delle due vittorie nell’Europa minore (l’altra è quella del 1990 con la Fiorentina) entrambe conseguite durante il più lungo periodo di astinenza da scudetti del dopoguerra dei bianconeri, dal 1986 al 1995. E dire che la sfida inizia piuttosto male, con un gol al volo di Michael Rummenigge su cross di Reinhardt, ma subito salgono in cattedra i due Baggio che segnano i tre goal bianconeri, uno Dino e due Roberto. A Torino al ritorno è una passeggiata, stavolta due reti le segna Dino, la terza è di Möller versione bianconera e così il Divin Codino può alzare la terza Coppa UEFA della storia, senza dimenticare la prima del 1977, ottenuta sull’Atletico Bilbao, ora avversario dei granata in Europa League.
Soli due anni dopo, stesso posto e stessa coppa, ma stavolta è semifinale: la Juve ha problemi con la concessionaria di pubblicità del Delle Alpi e si trasferisce a Milano per l’infrasettimanale. Con il 2-2 dell’andata i tedeschi diventano i favoriti, ma è il difensore Porrini a portare avanti la Juve al Westfalenstadion dopo 6’, con un colpo di testa su corner di Roberto Baggio. Pareggia l’ex Julio Cesar, con una botta su punizione toccata da Zorc su cui Rampulla, nell’occasione sostituto di Peruzzi, non può fare nulla. Anche il gol decisivo di Roberto Baggio è su calcio piazzato, una punizione da 25 metri che finisce sotto l’incrocio. Nel frattempo però l’altro Baggio, Dino, è finito al Parma e trascina i suoi alla vittoria nella finale contro la sua ex squadra; così Juventus e Borussia devono “consolarsi” con il successo nei rispettivi campionati, i tedeschi addirittura dopo 32 stagioni di astinenza.
Perché, quindi, non incontrarsi anche in Champions League l’anno successivo? Stavolta la sfida è meno prestigiosa a livello di turno, è la fase a gironi e la gara di Dortmund sembra la fotocopia della prima sfida: in vantaggio il Borussia alla prima azione con gol dell’ennesimo ex, Andy Möller, con una botta da fuori. Sono trascorsi solo 36”. La squadra di Lippi, però, reagisce e pareggia con l’esordiente in Europa Michele Padovano, di testa con pallone che finisce all’incrocio, poi un giovanissimo Del Piero porta in vantaggio la Juve con una pennellata da fuori, infine Conte di testa in tuffo ribadisce il punteggio su cross del giovane Alex. A Torino però è il Borussia a prevalere per 2-1, con i gol di Zorc e Ricken (il più giovane marcatore della storia della sfida) con il tardivo risveglio bianconero e l’inutile gol di Del Piero. Poco male, alla fine del girone passano entrambi e la Juve vincerà la sua seconda Champions, ai rigori con l’Ajax.
Finora quindi il Borussia non è mai riuscito a eliminare i bianconeri, tuttavia, nel 1997 c’è la possibilità per i tedeschi di vendicare in un sol colpo tutte le sconfitte: le due squadre sono in finale di Champions, all’Olimpico di Monaco. La vigilia è avvelenata da Paulo Sousa, l’ex più recente e l’unico ad essere stato alla Juventus con la dirigenza allora in carica. «Mi avete trattato davvero male, è un fatto soprattutto morale. Vorrà dire che andrò in campo con spirito ancora meno amichevole», dichiara l’attuale allenatore del Basilea. È sempre la Juve di Lippi, ma il rinnovamento non ha coinvolto solo il portoghese: anche Vialli, Ravanelli, Carrera e Vierchowod hanno lasciato il posto a Vieri, Zidane, Boksic e Montero tra gli altri. È proprio Vieri a mancare un gol facilissimo nei primi minuti, poi i renani del nord passano in vantaggio con Kalle Riedle, che stoppa altissimo di petto e con un sinistro al volo batte Peruzzi: ironia della sorte, è stato proprio il centravanti di origine bavarese ad avere accoppiato oggi le due squadre in questo ottavo di finale, pescando le palline nell’urna.
Passano pochi minuti e ancora Riedle, nell’occasione titolare per gli infortuni a Chapuisat e Herrlich, raddoppia con la sua specialità, il colpo di testa, poi Zidane prende il palo e Vieri si vede annullare un gol per fallo di mano. Accorcia Del Piero nella ripresa con un bel colpo di tacco, ma nel momento di massimo sforzo per ottenere il pari, Möller lancia in contropiede il subentrato Lars Ricken, che invece di arrivare davanti a Peruzzi lo sorprende fuori dai pali con un pallonetto da trenta metri. Sfuma per la Juve la possibilità di diventare la nona squadra a bissare un successo nella principale competizione europea, una sconfitta a sorpresa che ricorda quella di 14 anni prima con l’Amburgo. Secondo Roberto Beccantini, addirittura questo Borussia non vale l’Amburgo di allora e la Juventus lippiana è più forte di quella trapattoniana.
A febbraio, dopo sette partite in cinque anni e con un intervallo di quasi diciotto, tornerà la sfida che ha infiammato gli anni ’90 e che, nonostante il campionato finora disastroso dei tedeschi, si prospetta piuttosto combattuta ed equilibrata. Qualche curiosità statistica: i più presenti alla sfida tra i due club sono il portiere Stefan Klos e il centrale di difesa Jürgen Kholer con sette, tutte nel Borussia per il primo, 4 nella Juve e 3 nel Borussia per il secondo. Il capocannoniere è Roberto Baggio con 4 gol in altrettante partite, una ogni 86’. La Juventus contro le squadre tedesche ha un record – comprese le competizioni minori e non ufficiali – di 16 vittorie, 10 pareggi e 17 sconfitte, con 59 gol all’attivo e 58 subiti, di contro il Dortmund ha giocato 29 volte contro nove squadre italiane, vincendo 10 volte, pareggiando 4 e perdendo 15, con 36 reti fatte e 43 subite.