Storia del Gianluca Vialli inglese. L’ex attaccante della Juventus nel 1996 abbandona l’Italia per andare a giocare a Londra: una scelta che gli cambierà la sua vita sportiva in tutti i sensi

Gianluca Vialli è stato un attaccante con la A maiuscola. Tanti trofei, altrettanti gol, la maggior parte spettacolari e testa ben salda sulle spalle. La sua carriera ha conosciuto quattro squadre, fondamentali per lui anche se in maniera differente: Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea. Grazie ai grigiorossi è entrato nel calcio che conta, con i liguri è riuscito a conquistare uno Scudetto insperato, mentre con i bianconeri nel suo palmares si annoverano un campionato di Serie A, una Supercoppa italiana, una Champions League e una Coppa Uefa. Nel 1996, poi, la svolta che si rivelerà azzeccata per il prosieguo della sua vita calcistica. Con la Juventus il ciclo è terminato, meglio conoscere altre realtà, magari all’estero. Lo cerca il Chelsea in maniera insistente, tanto da fargli accettare un buon contratto che sarà l’ultimo prima di appendere gli scarpini al chiodo.

Il Vialli calciatore e il modulo di Gullit

L’esperienza in Inghilterra del nuovo numero 9 del Chelsea inizia bene. Gol, assist, gioie che non fanno pensare minimamente ai problemi che sorgeranno nel mese di novembre. Dopo 5 mesi dall’esordio nella sua nuova realtà, Gianluca Vialli litiga pesantemente con Ruud Gullit che lo spedisce in panchina malgrado una media realizzativa spaventosa (1 gol ogni 2 partite). Il tecnico olandese, che ha dalla sua una grande personalità, al pari dell’attaccante, e la fiducia della proprietà del club inglese, si affida al 4-4-2 creato da Arrigo Sacchi, suo mentore ai tempi del Milan. Pressing, passaggi precisi, pochi tocchi al pallone e difesa granitica. Sono questi i segreti del Chelsea che, nella stagione 1996/97 conquista la Coppa d’Inghilterra e un mediocre sesto posto in Premier League. La stagione successiva qualche novità nel medesimo sistema di gioco grazie agli inserimenti di De Goey in porta e Poyet in mezzo al campo. Il 24 agosto del 1997 in occasione della seconda giornata di campionato, i Blues giocano una delle migliore gare della loro storia sul campo del Barnsley. Contro i The Tykes, Gullit schiera i seguenti undici: De Goey tra i pali. Pacchetto arretrato formato da Le Saux, Sinclair, Myers e Clark. Sulle fasce Poyet e Petrescu centrali, con Di Matteo e Wise mediani. In attacco la coppia gol tutta italiana Zola-Vialli. Ottimi giocatori che interpretano alla grande la partita, con un centrocampo roccioso e tecnico, capace di assistere il reparto offensivo in maniera sontuosa. Dietro, invece, la fisicità dei quattro difensori risulterà decisiva per non far avvicinare, gli avversari, dalla perti di De Goey. Tutti fattori fondamentali per il gioco di Vialli che, con la sua fame di gol, si affida ai lanci del rumeno Petrescu, abile ad assistere l’ex attaccante bianconero in occasione del primo gol. Ma non è finita qui, con il grande impegno degli esterni della squadra londinese, Gianluca Vialli segna la bellezza di altri tre gol in tutti i modi: di destro, di sinistro, di testa, che fissano il risultato sul definitivo 6-0 per il Chelsea. In quella gara finalmente, molti capiscono l’idea di calcio di Ruud Gullit, imperniata sulla capacità di muovere la palla velocemente, senza disdegnare lo spettacolo offerto da Vialli, soprannominato “bomber d’area”.

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Il Vialli allenatore e il suo “rivisitato” 4-4-2

Il 12 febbraio del 1998, a sorpresa, Ruud Gullit non è più l’allenatore del Chelsea per motivi economici. Una scelta personale del numero uno Ken Bates che, tra lo stupore di tutti i tifosi e la stampa, affida la panchina dei Blues a Gianluca Vialli. Contratto triennale per lui, con la possibilità di intraprendere il percorso di allenatore-calciatore nella seconda parte della corrente stagione. A quasi 34 anni Gianluca Vialli accetta l’incarico con molto entusiasmo e con quel pizzico di pazzia che non guasta mai. Aver avuto allenatore uno come Marcello Lippi deve essere stato fondamentale per lui e la sua crescita da tecnico. Sceglie, come prevedibile, il 4-4-2 anche per non alterare gli equilibri della squadra. Non parte benissimo, 3 sconfitte in altrettanti match, ma ha la fiducia di tutti, in primis quella dei suoi uomini. Da marzo in poi non sbaglia un colpo, vincendo la seconda Coppa d’Inghilterra contro il Middlesbrough e dettando legge nella Coppe delle Coppe, dove sconfigge in ordine Betis Siviglia, il Vicenza di Francesco Guidolin e lo Stoccarda, nella finale di Stoccolma. Una rete di Zola decide infatti l’ultimo atto giocato nell’impianto svedese, scatenando la festa. Di quella finale, una cosa rimarrà impressa nella mente di tutti: la formazione del Chelsea, schierato con un 4-4-2 simile alla Juventus di Marcello Lippi. Tanta corsa, molta qualità in mezzo e punte diverse, come Flo e lo stesso Vialli che, al 71° dal campo, sostituì il norvegese con Magic Box, poi risultato decisivo. Insomma, coraggio e buona sorte per l’allenatore-calciatore, abile a far vincere il primo storico trofeo europeo alla compagine londinese. Dopo un buon quarto posto in Premier League, ottenuto nella stagione precedente, l’annata 98/99 si apre in maniera positiva per Gianluca Vialli e il suo Chelsea, abile a battere il favoritissimo Real Madrid nella finale della Supercoppa Europea. A Montecarlo la gara viene decisa da Poyet, bravo a beffare Illgner con una sassata dal limite dell’area. Un successo incredibile, che significa molto per i Blues, rinforzati dall’arrivo di Marcel Desailly, faro della difesa.

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Vialli e il suo modulo che spaventano il Barça

Dopo il trionfo europeo per Gianluca Vialli e i suoi arrivano solo amarezze, come il terzo posto in campionato che vale l’accesso per la prima volta ai preliminari di Champions League. Proprio la Coppa dalle grande orecchie risulta essere emozionati per Vialli, in tutto e per tutto allenatore dopo essersi ritirato dall’attività di calciatore. Alla prima esperienza nella competizione più importante d’Europa, il Chelsea si qualifica ai quarti di finale, dove incontra la corazzata Barcellona. Il cammino dei londinesi, fino a quella gara, era stato straordinario, imperniato sulla fame di vittorie che aveva trasmesso il suo trainer. Con De Goey; Ferrer, Desailly, Thome, Babayaro; Petrescu, Wise, Deschamps, Morris; Flo, Zola, il tecnico Gianluca Vialli, nella gara di andata, imbriglia il forte Barcellona. Con la dinamicità di Zola, il coraggio di Deschamps, l’intraprendeza di Wise e le sponde di Flo, il Chelsea vince 3-1 una gara memorabile. Allo Stamford Bridge molti addetti ai lavori notano una certa somiglianza con la Juventus 96/97 di Marcello Lippi, amante del 4-4-2 tutta corsa e cattiveria sportiva, condita da quella tecnica sopraffina degli attaccanti. La gara di ritorno, per la cronaca, terminò 5-1 per i blaugrana, costretti ai tempi supplementari da un Chelsea mai domo. Si può dirsi conclusa qui l’avventura di Gianluca Vialli che, dopo una serie di brutti risultati nelle prime cinque gare di Premier League, viene esonerato. In precedenza, per la cronaca, l’ormai ex allenatore aveva rimpinguato la bacheca dei londinesi con terza FA Cup e una Charity Shield, trofei che lo rendono, ancora oggi, uno dei tecnici più giovani ad aver vinto quasi tutto con un club.

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