Jurgen Klinsmann, secondo al Pallone d’Oro nel 1995

Quanti tedeschi riescono nel miracolo di far mutare idea sul proprio conto a un inglese? Basta questo quesito per giustificare in gran parte il secondo posto di Jurgen Klinsmann nella classifica del Pallone d’Oro 1995. Perché l’impresa del bomber teutonico – ingiustamente valutato in Italia più per la portata grossolana di alcuni errori sottoporta che per il contributo realizzativo tutt’altro che disastroso (un gol ogni 3 gare con l’Inter) – è davvero rilevante.

Arrivato al Tottenham con la fama del cascatore (oltre che dell’avversario storico di Nazionale), conquista tutti a suon di ottime prestazioni, di gol e anche d’intelligenza e autoironia festeggiando il suo primo exploit simulando uno di quei tuffi per i quali è criticato. La gente degli Spurs lo impara ad apprezzare e finisce per innamorarsene, conquistata anche dalle reti a raffica che realizza: 20 in campionato, 5 in coppa di Lega, 4 in FA Cup. Dopo aver vinto il premio di miglior giocatore dell’anno in Inghilterra torna in patria attratto da un contratto di tre miliardi di lire offerto dal Bayern.

Al suo nuovo club regala il meglio del suo repertorio continuando a segnare a ripetizione, tanto in campionato che in Coppa Uefa (dove nel 1996 arriverà il trionfo). E proprio nella competizione europea si regala una serata memorabile, leggendaria, firmando ben 4 gol al Benfica in 20 minuti e sottolineando l’impresa senza alcun spirito celebrativo, tipico del suo carattere: “Con i passaggi che mi hanno fatto i compagni posso dire che segnare è stato un divertimento”.

A 30 anni Jurgen Klinsmann vive una condizione di assoluta felicità e anche la Nazionale ne trae beneficio, con 6 gol nell’anno 1995 e una quantità di partite vissute da grande attaccante qual è stato in tutta la carriera. E noi in Italia lo chiamavamo “Pantegana”. كيفية لعب لعبة بينجو

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