Per Carlos Tevez l’inizio della nuova desiderata avventura in patria con il “suo” Boca corrisponde anche a nuove non semplici aspettative e confronti di quelli davvero tosti…

Carlitos Tevez fa come sono soliti fare tanti dei campionissimi argentini, gente vera, che non dimentica: il ritorno al Boca Juniors, programmato almeno da tre anni quando ancora era un calciatore del Manchester City di Roberto Mancini, è una scelta di vita, non il contratto di fine carriera. Le speculazioni del mercato europeo lo hanno ampiamente dimostrato: no al rinnovo proposto dalla Juve a cui deve tanto, no alle montagne di euro del PSG, no alla missione tutto cuore con l’Atletico Madrid del Cholo Simeone. Solo e soltanto Boca, mettendo anche la Juventus in un’inattesa posizione di spalle al muro più per le modalità che per la decisione in sé. لعبة سباق الخيل

Carlitos Tevez fa dunque come fece anche Maradona. Ma quello del Pibe de Oro fu tutto un altro discorso, da giocatore finito nel corpo e nell’immagine. I paragoni reali sono quelli con il centravanti Martin Palermo e forse ancor più con il fantasista Juan Roman Riquelme, entrambi tornati a vestire la maglia del club di Buenos Aires a poco dopo la trentina e dopo ave considerato concluse le loro (diverse) esperienze in Europa. Per Palermo un percorso in costante calo salvo poi riprendersi scena, applausi e record con la camiseta giallo-oro (miglior marcatore di sempre nella storia del club, 113 gol solo dopo il ritorno in patria necessari per conquistare due campionati ancora di Apertura, uno di Clausura e una Libertadores). Per Riquelme i fasti con il Villarreal, valsi anche come rivincita nei confronti del Barcellona che lo portò via dal Sudamerica salvo poi umiliarlo e scaricarlo nel giro di 12 mesi (dopo il ritorno a casa: due campionati di Apertura e una Libertadores).

Così, per Tevez non sarà semplice, ma la missione non è impossibile. موقع ويليام هيل L’Apache però sa che quei successi sono il minimo che la gente del Boca gli chiederà. Perché in Argentina la passione conta, ma poi conta anche il campo: l’ex West Ham, Corinthians e Manchester United ha dimostrato di non soffrire alcun genere di pressione, e anche a Torino quella numero 10 che fino a 12 mesi prima era di Del Piero è stata interpretata con forza, dignità, autorevolezza. Fino appunto ai successi che la lasceranno ancora nella storia del club bianconero. Ma attenzione: Tevez è un attaccante, mai troppo prolifico in patria (perché era giovane) così come in nazionale (questione di ruolo, di compatibilità, di coesistenze, di incomprensioni). E sui gol verrà anche pesato. Più ancora che Riquelme, 48 reti nei 7 anni post Europa giocando da centrocampista, che ha salutato prima del ritiro ufficiale del gennaio scorso per chiudere all’Argentinos Jr che ebbe fiducia in lui quando era un bambino. In Argentina funziona ancora così. قمار اون لاين Suerte!

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