Lo chiamavano il Pelè bianco i tanti tifosi bianconeri  che ogni domenica gremivano il comunale e gli stadi di tutta Italia per vederlo giocare: Pietro Anastasi

Il centravanti per eccellenza, è stato uno dei tasselli principali della Juventus di Boniperti che nei primi anni ‘70 vince scudetti in serie dominando la scena italiana. Giocatore talentuoso in grado di inventare gol d’antologia con soluzioni fantasiose Anastasi è siciliano e la sua origine meridionale ne ha fatto un’icona della Juventus multi regionale degli anni ‘70, una squadra che rispecchiava le trasformazioni di una metropoli industriale. Il suo carattere mai domo lo porta, nella stagione 74/75, ad avere degli attriti con l’allenatore Parola. Spesso il tecnico gli preferisce il più anziano Josè Altafini e Pietro, tifoso juventino prima ancora che giocatore, non ci sta e non sono poche le polemiche che divampano tra i due. Ma la vendetta migliore è sempre quella ottenuta sul campo, come capita a Torino, domenica 27 Aprile del 1975: in attacco contro i campioni d’Italia della Lazio, nella quart’ultima di campionato, giocano Altafini e Bettega e Anastasi assiste scomodamente seduto in panchina.

Al 25° minuto del secondo tempo Parola manda in campo il Pelè bianco al posto di Bettega, i bianconeri stanno vincendo per uno a zero grazie ad un gol di Altafini segnato nel primo tempo. Ormai manca poco alla fine della gara e si deve cercare di mantenere il vantaggio che regalerebbe alla Juventus due punti determinanti per la conquista del tricolore ma Anastasi gioca una partita tutta sua, forse non tanto contro la Lazio, quanto contro il suo allenatore, una partita che manda in visibilio i suoi tanti tifosi; il siciliano infatti in sei minuti, tra il 38° e il 43°, segna una tripletta e in tutte e tre le reti mostra la sua straordinaria  abilità sotto porta. Il primo gol lo segna al termine di una splendida azione di Causio, nel secondo devia al volo in porta un cross di Capello e nel terzo, da opportunista, ribadisce in rete una palla finita sul palo. Tre gol per lo scudetto, per i suoi tifosi e per il suo allenatore.

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